Ciao,
Sono Matteo Lignelli e se ci fai caso il logo del 19esimo episodio di Turnover è un po’ diverso. Sarà monotematico, solo per stavolta. Spero di non annoiarti.
Ci sentiamo tra una settimana.
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Diritti tv: e se Dazn non fosse il male del calcio?
«La rivoluzione è fatta» ha scritto ieri, sabato 27 marzo, La Gazzetta dello Sport, per annunciare che Dazn è diventato il nuovo titolare dei diritti televisivi del campionato di serie A. Un affare da due miliardi e mezzo di euro in tre stagioni. Ma davvero, con Dazn presente nella nostra vita già da due anni, è necessario parlare di rivoluzione?
Sono d’accordo che sia necessario - è un servizio essenziale per i lettori e troppe volte noi giornalisti lo dimentichiamo - spiegare agli italiani il significato della parola “streaming”, come ha fatto la Gazzetta (nella foto qua sotto). Invece è necessario, nello stesso articolo, scrivere la parola APP in maiuscolo, come se fosse sconosciuta?
Io non sono del tutto d’accordo che si tratti di una rivoluzione, quanto di un grande cambiamento: lo streaming fa già parte della vita di tante persone e Dazn, ormai, è quasi di famiglia. Insomma, se la rivoluzione è avvenuta c’è stata tempo fa e adesso le conseguenze investono anche il mondo del pallone. Io la vedo così, se sono pazzo puoi scrivermelo per mail o sui social. Si cambia e si passa dal satellite allo streaming, dal decoder a un’applicazione. Le app, queste sconosciute. Le abbiamo sullo smartphone e le usiamo per fare qualsiasi cosa.
A me non piace il modo in cui, troppo spesso, vengono trattate le novità: avvertendo i lettori sugli aspetti negativi e, nel peggiore dei casi, sui pericoli che si possono correre. Pensa a Immuni: non sono un fan dell’applicazione però quando è stata lanciata si è parlato più della privacy che dei benefici del tracciamento. Sarebbe stata un fallimento lo stesso? Sì. Di sicuro l’ondata di scetticismo che l’ha accolta non ha aiutato.
Per questo non mi convince La Repubblica che si chiede se con Dazn “ci troveremo a guardare ciascuno nella propria stanza la partita, o briciole di essa, su uno schermo minuscolo?
È successo con le partite trasmesse finora? Se Repubblica è convinta di sì, perché non cerca dati che lo confermano? Inoltre, con Sky Go chiunque può guardarsi un match su smartphone, pc o tablet da parecchi anni. E ancora: Sky è da 18 anni al fianco della serie A eppure il modo che i giovani hanno di fruire i contenuti sportivi – “sbriciolandoli” questo sì o preferendo highlights e “reaction” sui social – è cambiato lo stesso.
Ma lo sport piace ancora ai più giovani? Leggi l’episodio 11 di Turnover
Il fatto è che la pallacanestro ha trovato la sua casa su Eurosport Player - che manda in onda Legabasket e Coppe europee (insieme a ciclismo, tennis e altro) - i motori sono approdati anche su Dazn e la Champions League andrà su Amazon. Tanto per restare in Italia. L’egemonia della Pay tv nello sport sta finendo: dopo anni fin troppo tranquilli, senza rivali, adesso deve trovare soluzioni efficaci per battere la concorrenza dei colossi dello streaming. Vale per lo sport ma anche per il cinema e le serie tv con Netflix e Prime Video.
“La vittoria di DAZN sottolinea come nuove generazioni di emittenti stiano crescendo per sfidare gli operatori storici che hanno a lungo fatto affidamento per il loro business sugli sport premium e pacchetti di intrattenimento”.
“Dazn offre ai suoi clienti una gamma di contenuti online senza la necessità di registrarsi a contratti a lungo termine più costosi” scrive Bloomberg in un lungo approfondimento.
Comunque sia, è chiaro che la fine dell’era Sky porterà con sé qualche problema. Nel 2020 la didattica a distanza ha accentuato la necessità di intervenire sul divario digitale e su un accesso a internet per niente paritario. Troppe zone d’Italia - e famiglie - non hanno una via adeguata al web, o non ce l’hanno proprio, e per loro l’acquisizione dei diritti da parte di Dazn non è una bella notizia. Così come non lo è per le persone anziane (e non) che non hanno dimestichezza col mezzo tecnologico.
Dazn trasmetterà 7 gare in esclusiva e 3 in co-esclusiva con un partner da definire, che potrà essere Sky o Mediaset. Per il bene di queste persone sarebbe meglio se le due realtà trovassero un accordo (con offerte congiunte) per trasmettere i contenuti pure in televisione su un canale ad hoc, come avviene oggi con DAZN1 su Sky. Così andrebbero incontro a chi non ha una smart tv, anche se piccoli apparecchi (come Amazon Fire Stick o Google Chromecast) costano poco e risolvono un sacco di guai. E anche il decoder Tim Vision.
Per la connessione ad internet, infatti, qualcuno (non tutti) troverà una soluzione con Tim, che ha gareggiato insieme a Dazn come partner strategico, mettendo sul piatto 340 milioni di euro annui degli 840 totali (uno scenario diverso rispetto a quello iniziale, per questo Sky potrebbe fare ricorso). Nasceranno offerte “internet a casa+Dazn”.
[👆🏻Lui è “Len” Blavatnik, miliardario ucraino e patron di Dazn. Un articolo di Corriere Economia per capire come è arrivato dov’è oggi].
Alla fine, però, ho paura che l’esito di questa “rivoluzione” sarà giudicato dalla maggioranza sulla base di due soli parametri: la qualità del servizio e i soldi che saranno chiesti agli italiani. Senza offerte, per Sky Calcio (non è compresa la Champions delle italiane) pago poco più di 35 euro al mese e la qualità - al netto di legittime antipatie e simpatie varie - è oggettivamente alta. Più di quella di Dazn sia sulla singola partita che per il resto del palinsesto. (È il mio pensiero: se sei non sei d’accordo scrivimelo e ne parliamo),
Il costo dell’abbonamento a Dazn non si discosterà molto dalla concorrenza, pare che sarà compreso tra i 30 e 35 euro mensili: quindi dovrà lavorare sodo per assemblare un team che regga le aspettative e per implementare l’infrastruttura, che viaggia molto più veloce rispetto agli anni scorsi. Restando allo stesso tempo “snelli” e “freschi”, come richiede lo streaming. Accontentare tutti non sarà facile - forse nemmeno possibile - ma cercare un equilibrio è una sfida a cui Dazn non può sottrarsi.
Stamani, domenica 28 marzo, in un’intervista a Matteo Dore della Gazzetta, Veronica Diquattro, manager di Dazn, dice che “non possiamo dare ancora una cifra precisa” però che “sarà meno di quello si spende oggi”. Per un pacchetto che comprenderà anche Liga, Ligue1, Nfl, moto e rugby. Ricordo che su Sky per guardare i campionati esteri c’è da spendere molto di più perché rientrano nell’offerta “Sport”.
Il costo per l’utente è un aspetto chiave perché i tifosi dovranno anche dare soldi a un’altra tv per le le restanti tre partite di serie A e ad Amazon per la Champions League. Però, a differenza di Sky Go, Dazn potrà essere associato a sei dispositivi diversi e due potranno vederlo in contemporanea.
Potrebbe avverarsi lo scenario apocalittico descritto da Repubblica, cioè con membri della stessa famiglia separati in casa a seguire la propria squadra dal telefono, oppure – più facile, credo – le persone smezzeranno i costi dell’abbonamento con un amico o un parente, come già avviene con altre piattaforme di streaming. Vedi Spotify per la musica e Netflix per il resto.
Per questo episodio è tutto…
Non ti lascio, però, senza le storie di Turnover, anche se non sarò io a raccontarle: mi sono dilungato e non c’è più tempo.
Qui il New York Times parla di una donna molto coraggiosa. Chandro Tomar, 89 anni, considerata la più anziana campionessa di tiro a segno del mondo e icona femminista in India, dove ha sfidato il marito e gli altri parenti per spezzare il patriarcato e vincere decine di medaglie.
Una questione che divide sempre: come mai Thierry Henry ha lasciato i social network?
Godiamo un po’ guardando sei gol di punta scelti dal Guardian, da Ronaldinho al Futsal.
Questa, invece, è la foto della settimana
Stavolta ho parlato quasi solo di calcio, quindi cosa c’è di meglio di un tamarrissimo Jamie Vardy “felice” di concedere una delle sue prime interviste, da giocatore di quinta serie?
Grazie della pazienza
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