Ciao,
Sono Matteo Lignelli e questo è l’episodio 25 di Turnover newsletter. È più malinconica del solito e c’è una storia in meno: sarà colpa dell’intera settimana di pioggia (almeno a casa mia).
Ci sentiamo tra una settimana.
Buona lettura!
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I contenuti di questo episodio
• 👑 La fine dell’Imperatore, raccontata da Adriano
• 🐍 L’ultimo messaggio di Bryant a Jordan
• 📸 La foto della settimana
•📌La bacheca di Turnover
•📚Le letture di Turnover
La fine dell’Imperatore, raccontata da Adriano
L’articolo più potente che ho letto questa settimana è la storia di Adriano, ex attaccante dell’Inter, raccontata dallo stesso Imperatore su The Players’ Tribune.
Volete sapere la verità? Direttamente da me? Senza cazzate? Allora prendete una sedia, fratelli. Perché Adriano ha una storia per voi.
Le frasi che mi hanno colpito di più.
Il rapporto con la nonna
Quando ero piccolo mi accompagnava in autobus agli allenamenti ogni santo giorno e siccome non avevamo tanti soldi, faceva sempre dei popcorn, così avevamo qualcosa da mangiare. Oppure tagliava una fetta di pane e ci metteva sopra lo zucchero. Cose semplici. Quelle che potevamo permetterci. Tante volte però le cose semplici sono le più buone no?! Cazzo, specialmente quando hai fame.
[…]
Seguiva ogni allenamento: Ahahahahahhahha! Oddio! Mi metteva davvero pressione! Era Mourinho prima di Mourinho! Senza pietà!
La fede
Dai, siamo seri. Avevo 18 anni. Vivevo in una favela. Come potete non dire che sono stato benedetto da Dio? La mia storia non ha un senso logico, neanche per me. Solamente un anno dopo, sono andato all’Inter e la gente mi chiamava “l’Imperatore”. Come la spieghi una cosa del genere? È per forza Dio, ve lo dico io.
L’Inter e Moratti nel cuore
L’Inter è la mia squadra ancora oggi. Amo il Flamengo, il San Paolo, il Corinthians… amo molti posti in cui ho giocato, ma l’Inter per me è qualcosa di speciale.
Mi ricordo quando tutta la mia famiglia veniva a trovarmi da Rio e quando dico tutta la famiglia mi sa che non capite bene cosa voglio dire. Intendo la mia famiglia. Alla brasiliana. Stiamo parlando di 44 persone! Cugini, Zie, Zii! I miei amici! Su quell’aeroplano c’era tutto il vicinato. Moratti ha fatto noleggiare un intero pullman dai suoi collaboratori. Vi immaginate 44 brasiliani in gita in Italia?! Ahahahah! Uno spettacolo. È stata una festa. Questo è il motivo per cui non parlerò mai male di Moratti o dell’Inter. Tutte le società dovrebbero essere così. Lui si preoccupava per me come persona.
L’addio al calcio
In realtà è molto semplice. Nel giro di nove giorni, sono passato dal giorno più felice della mia vita al giorno più brutto. 25 luglio 2004. La finale di Coppa America (vinta contro l’Argentina). 4 agosto 2004. Nove giorni dopo. Ero tornato in Europa con l’Inter. Mi chiamano da casa. Mi dicono che mio padre è morto. Un infarto. Da quel giorno, il mio amore per il calcio non è stato più lo stesso. Amavo il calcio, perché lo amava lui. Tutto qui. Era il mio destino. Quando giocavo a calcio, giocavo per la mia famiglia.. Quando facevo gol, facevo gol per la mia famiglia. Quindi da quando mio padre è morto, il calcio non è stato più lo stesso.
La dipendenza
Ero in Italia, dall’altra parte dell’Oceano, lontano dalla mia famiglia e non ce l’ho fatta. Sono caduto in depressione. Ho iniziato a bere tanto. Non avevo voglia di allenarmi. L’Inter non c’entra niente. Io volevo solo andare a casa.
[…]
La stampa diceva che ero “scomparso”. Dicevano che ero tornato nelle favelas, che mi stavo drogando e tante altre storie incredibili di tutti i tipi. Pubblicavano foto mie dicendo che ero circondato da criminali e che la mia storia era una tragedia. Mi viene da ridere, perché quando fanno così, non sanno assolutamente di cosa stanno parlando. Non capiscono che stanno facendo una figura di merda.
[…]
Non mi drogavo. Bevevo? Certo che sì, Ammazza se bevevo. Alla salute. Se analizzate la mia pipì - e lo giuro su Dio - non troverete nessuna traccia di droghe. Perché so che il giorno in cui farò uso di droghe mia madre e mia nonna moriranno.
La pressione dei giornali
La stampa alle volte non riesce a capire che siamo degli esseri umani. Essere L’Imperatore significava avere troppe pressioni. Io venivo dal nulla. Ero solo un ragazzo che voleva giocare a calcio e poi uscire per bere qualcosa con i suoi amici. So che è un qualcosa che non si sente spesso dai calciatori di oggi, perché è tutto così serio e ci sono troppi soldi di mezzo. Ma voglio essere onesto. Io non ho mai smesso di essere il ragazzo della favela.
Mai più Imperatore
Sono stato davvero orgoglioso di essere L’Imperatore. Ma senza Adriano, L’Imperatore è inutile. Adriano non ha la corona. Adriano è il bambino delle baracche che è stato benedetto da Dio.
Lo capite adesso?
Lo vedete?
Adriano non è scomparso tra le favelas. È solo tornato a casa.
La Vespa 50 Specialone
Non si deve mai smettere di parlare del fatto che José Mourinho tornerà in Italia. Turnover lo ricorda con il murale a Testaccio realizzato dallo street artist Harry Greb. È questa la foto della settimana.
“Questa tequila è fantastica”
Avrei potuto indovinare tutto, ma non l’ultimo messaggio inviato da Kobe Bryant a Michael Jordan l’8 dicembre 2019, 49 giorni prima di morire in un incidente in elicottero.
Di recente, durante una cerimonia, MJ ha condiviso l’ultima conversazione avuta col Mamba, in cui Bryant ha elogiato la Cincoro Tequila prodotta (anche) da Jordan. La bottiglia gli era stata spedita al momento del lancio.
"Questa tequila è fantastica" ha scritto l'ex Lakers. È questo l’ultimo messaggio tra le due leggende.
"Quando Kobe Bryant è morto, se n’è andato anche un pezzo di me” ha detto Jordan. "Avevo un fratellino e vivrò con il ricordo di esser riuscito ad aiutarlo nel miglior modo possibile”.
La bacheca di Turnover
Offerte di lavoro, bandi e concorsi per chi vuole lavorare (o già lavora) nel mondo dello sport, della comunicazione e del marketing sportivo.
DAZN ha bisogno di un Senior e un Junior Video Editor.
Alla Juventus ci si può ancora candidare come International Digital Editor, ma si è pure aperta una posizione come Assistant Editor alla Roma.
Andiamo un po’ fuori tema ma a Milano, ATM cerca un Junior Communication Specialist.
AmaSports è un'emergente startup di Roma, focalizzata sugli sport dilettantistici e giovanili. Vuole reporter, fotografi e videomaker.
L’editore Fila 37 cerca racconti di sport compresi fra le 8.000 e le 36.000 battute (spazi inclusi) da inviare entro il 5 luglio 2021. I vincitori del concorso saranno contattati e inseriti in un’antologia, la cui uscita è prevista per l’autunno del 2021. Qui i dettagli, ma niente storie di calcio.
Fino al 3 giugno si può partecipare alla IV Edizione Concorso Dardanello Giovani per persone tra i 21 e i 30 anni sul tema dello sci.
Le letture di Turnover
Il giorno in cui l’Irlanda si è unita per affrontare il Brasile [ENG].
La guida al Giro d’Italia può farti comodo in questi giorni.
Kentucky Derby abbiamo un problema. O forse uno scandalo.
Il Vitesse è un club perfetto in cui mandare in prestito i giovani talenti. Secondo Rivista 11.
Per questo episodio è tutto
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