I talenti del calcio mondiale (o dell'invasione americana)
Turnover newsletter stagione 1 episodio 17
Ciao,
Sono Matteo Lignelli e questo è l’episodio numero 17 di Turnover newsletter. Tra le altre cose, inizia una serie in tre puntate sui giovani che vale la pena conoscere.
Ci sentiamo tra una settimana.
Buona lettura!
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Cosa stai per leggere
⚽️ I migliori prospetti del calcio mondiale (parte 1 - nati 2000)
🇺🇸 L’invasione dei talenti americani
❄️ Le polemica per il logo di Milano-Cortina 2026
📸 La foto della settimana
🏃🏼♀️La prima vera maratona dell’era Covid
I migliori prospetti del calcio mondiale (parte 1 - nati 2000)
Il Cies, l’osservatorio internazionale del calcio, ha pubblicato una lista delle migliori promesse del calcio mondiale. L’approccio con cui viene stilata la classifica è quello della “capital experience”. Un valore che “pesa – si legge nel documento - i minuti giocati nei rispettivi campionati nazionali e il livello sportivo delle loro squadre su scala globale”. Ne esce male il calcio italiano, non tanto in questa prima puntata - che verterà solo sui nati 2000 - quanto nelle prossime. Già perché il Football Observatory propone quattro graduatorie divise per anno di nascita, dal 2000 al 2003.
Sebbene ci siano solo due italiani - Sandro Tonali del Milan (19°) e Moise Kean del Psg (20°), la serie A ha diversi rappresentanti tra i 21enni (o quasi). Purtroppo sparisce quando si parla di ragazzi più giovani. Un dramma se consideriamo che questa classifica non tiene di conto della classa pura (e come la misuri?) ma di quanto vengono impiegati dai loro allenatori. E l’esperienza in campo è anche il modo più efficace e rapido per vederli crescere.
La Bundesliga, invece, si conferma un torneo che sa valorizzare i talenti. Secondo il Football Observatory Jadon Sancho, ala inglese del Borussia Dortmund, è la miglior promessa al mondo. Dietro di lui c’è l’esterno Alphonso Davies del Bayern e NATURALMENTE Erling Haaland, sempre del Borussia
Una prospettiva un po’ stravolta visto che è forse Haaland, bomber norvegese di piede mancino, il prospetto di cui si è parlato più insistentemente in questi giorni e in tutto il 2020. Del resto ha già segnato dieci gol in Champions League (di cui è il miglior marcatore) in sei partite e ben 19 in campionato.
Di lui hanno detto che ha la forza di un gigante e la velocità di un cavallo. E, se hai voglia di leggere in spagnolo, in settimana Jorge Valdano ne ha fatto un bel ritratto su El País:
“Anche quando è nella sua area, pensa al gol e le sue partenze sono impetuose, travolgenti, intimidatorie. Anche se il suo aspetto da androide suggerisce che è venuto dal futuro, il suo presente che imperversa; sebbene sia un prodotto inconfondibile del nord, è un giocatore caldo; nonostante i numeri ci mettano davanti a un marcatore puro, in area è capace di vedere più cose del gol”.
Questa mattina, domenica 14 marzo, gli dedica due pagine anche La Gazzetta dello Sport. Giulio Di Feo la mette così: “Se Ronaldo o Lewandoski sono Batman, umani senza capacità sovrannaturali ma in grado di allenarsi e non mollare fino a toccare vette divine, Haaland è un alieno, della stirpe di Messi e Superman insomma: quel corpo al massimo lo alleni ma non lo forgi, ci nasci”. E assicura che “con Mbappé” è lui l’eroe della Generazione Z (i nati dal 1995 al 2010).
E la serie A? A forza di scrollare prima o poi compare. Dal 16esimo al 25esimo posto troviamo infatti il difensore Sebastian Walukiewicz del Cagliari, Tonali del Milan, Vlahovic, punta della Fiorentina (che ieri ha segnato una tripletta contro il Benevento) e Kumbulla della Roma. Solo uno è nella top 10 ed è Dejan Kulusevski (9°), centrocampista offensivo della Juventus. Abner Vinicius del Paranaense è invece l’unica delle 25 promesse del calcio mondiale nata nel 2000 che non gioca in Europa, ma in Brasile.
Questi i dati completi:
L’invasione dei talenti americani
Alphonso Davies, secondo in classifica, è un canadese nato in Ghana. Ha esordito in Mls (la prima lega Usa) a 15 anni coi Whitecaps di Vancouver mentre oggi è al Bayern, che su di lui ha puntato con convinzione.
Il trasferimento di Davies ai bavaresi è solo uno dei tanti esempi di giovani calciatori americani che negli ultimi anni si sono avvicinati con successo ai campionati europei. Una discreta novità per la storia del calcio. Molti di loro hanno in comune proprio la Bundesliga come meta d’approdo. Pensa a Weston McKennie, il centrocampista texano che Pirlo ha voluto a tutti i costi alla Juventus (di lui si è interessato in questi giorni anche il New York Times), prelevandolo dallo Schalke 04. Non è nella lista là sopra perché è nato nel 1998.
Altri che sicuramente conoscerai sono Sergino Dest, terzino del 2000 che gioca al Barcellona (anche se è quasi totalmente scuola Ajax). E Jonathan David (decimo prospetto del 2000 secondo il Cies), attaccante del Lille, una squadra che ogni domenica può schierare diversi “ragazzi terribili”. Come il difensore Sven Botman, che l’osservatorio piazza addirittura al quarto posto. Nella classifica manca, Timothy Weah, 21enne attaccante di New York - sempre del Lille - che è stato anche al Psg.
E dalla Germania è passato anche il capostipite di questa “ondata” americana: Christian Pulisic, 22enne del Chelsea e uno dei più famosi citati finora. Prima di spostarsi in Inghilterra ha giocato nel Borussia Dortmund, che l’ha venduto per 60 milioni. Qua, la Gazzetta aggiunge altri nomi.
A conferma della portata raggiunta da questo fenomeno, nei giorni in cui la Roma firmava l’arrivo da Dallas del terzino Bryan Reynolds, ne ha scritto anche il New York Times, “solo” il giornale più autorevole del mondo.
Tutto nascerebbe nel 2007, quando “La Mls ha preso la decisione di investire di più nelle Academy: non solo per gli impianti che i club potevano offrire ai giocatori in via di sviluppo, ma anche per il tipo di allenamento che ricevevano lì” si legge nell’articolo.
L’altra versione comune è che una volta che il muro si è rotto, le cose si siano messe in discesa. “Penso che quando Christian Pulisic è venuto in Europa e si è imposto ad alto livello, abbia aperto la porta ad altri giovani degli Stati Uniti" conferma Jesse Marsch, l'allenatore americano del Red Bull Salzburg. André Zanotta, direttore tecnico di Dallas, fa presente che qualcosa di simile è già avvenuto in passato. Solo che stavolta è il turno dell’America. “L’ abbiamo già visto - dice - ci sono stati momenti in cui c’erano un sacco di argentini che facevano bene, o brasiliani, e questo spingeva i club a prestare più attenzione a quel mercato specifico". Già, non sempre con grandi risultati: penso all’Inter che acquista Ricky “Moviola” Alvarez o Jonathan. Lui:
Il tuo parere conta
Sai che puoi votare per scegliere il logo delle Olimpiadi invernali Milano-Cortina 2026? Probabilmente sì, se hai visto Sanremo. Ci metti un secondo, basta cliccare qua. Non ti piace nessuna delle due proposte? Mi sa che non sei l’unico. C’è polemica. Tra l’altro, fanno sapere che le opzioni “Dado” e “Futura” sono state scelte “per piacere a chi, tra atleti e appassionati di sport invernali oggi ha 15 anni, ma nel 2026 magari sarà maggiorenne”.
La foto della settimana
Enmanuel Hansel, 17 anni, 193 centimetri, della Repubblica Dominicana. Gioca per la Life Christian Academy di Kissimmee, a sud di Orlando. È forte, molto forte. Gioca con un braccio solo, il destro. Il sinistro lo ha perso a sei in anni in un incidente, rimanendo sotto alcune macerie.
La prima vera maratona dell’era Covid
Si corre oggi, domenica 14 marzo, la Nagoya Women’s Marathon, nell’omonima città giapponese. La notizia è che dopo quasi un anno si vedrà correre un’intera folla e non solo alcuni atleti selezionati. Nonostante un bel taglio alle partecipanti, visto che saranno cinquemila provenienti solo dal Giappone anziché 22mila come nel 2019. “Con la speranza che sia un nuovo inizio per il futuro” si augura l’organizzatore Teddy Nakamura.
“I protocolli anticovid sono stati quanto mai rigorosi. Oltre alle mascherine da indossare sino al momento del via e le igienizzazioni sistematiche delle mani, tutte le partecipanti sono state monitorate negli ultimi quindici giorni attraverso due controlli effettuati a distanza di sette giorni uno dall’altro. Con un terzo finale previsto per oggi vigilia della gara. Ai rifornimenti il cibo sarà preconfezionato” specifica La Gazzetta dello Sport. Ci saranno dei tagli progressivi per chi non corre entro certi limiti di tempo.
Per questo episodio è tutto
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