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Fuori anche la quinta puntata: incredibile.
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•🤖 Il robot che pulisce gli stadi
•🏀 Space Jam 2: la gamification che dobbiamo accettare
• 📚La bacheca di Turnover
Il robot che pulisce gli stadi
Il Tottenham è stato nominato club più verde della Premier League per il suo impegno verso l’ambiente e la riduzione delle emissioni. Parole tutto sommato vuote, che non valgono niente nella maggior parte dei casi sennò a riempire pagine di articoli e programmi tv. Diverso se si passa ai fatti, e in questi giorni qualcosa si è mosso.
È stato “assunto”, al Tottenham Hotspur Stadium, Eco Bot 75. Anzi, una flotta di Eco Bot 75: enormi robot pulitori (e sanificatori) della dimensione di un comodino. È il primo macchinario-robot per la pulizia automatica degli spazi interni degli stadi. Rispondo subito alla prima domanda: ruberà lavoro gli umani? Secondo gli specialisti di Archistadia: “no”. Anzi, “permetterà la ricollocazione dei dipendenti su altre mansioni giornaliere più importanti all’interno dell’edificio”. “Speriamo” risponderebbe un complottista.
I benefici sono tangibili per quanto riguarda lo spreco dell’acqua. “Il sistema di filtraggio a quattro fasi” si legge, fa sì che “il 70% dell’acqua utilizzata venga filtrata e riciclata senza compromettere lo standard di pulizia (che anzi sarebbe ancora più accurato grazie ai robot). In questi primi mesi di utilizzo il Tottenham ha risparmiato 1.300 litri d’acqua rispetto alle operazioni di pulizia manuale”. Eco Bot 75, poi, va a dritto per 6 ore con una singola carica. Grande, ti aspettiamo a San Siro.
La classifica delle prime dieci squadre dei 5 campionati più importanti per età media. Bada lo Spezia…
Space Jam 2: la gamification che dobbiamo accettare
Ho visto “Space Jam: New Legends” al cinema. E te?
Dai titoli di coda in poi ho pensato a qualcosa di intelligente da scrivere a riguardo, su questa newsletter. Non sarà semplice, così come non è stato semplice rispondere a tutti quelli che mi chiedevano: allora, com’è stato?
Il film scorre. Siamo arrivati subito all’intervallo. Ben diviso tra il pre e il durante la partita, che è il nocciolo della trama come lo era stata nella precedente versione con Bugs Bunny e Michael Jordan, oggi sostituito da LeBron James. Ecco, questa forse è una cosa da chiarire: non è un seguito del primo film, uscito nel 1996. E condivido la scelta. Ci sono continui rimandi (che non è difficile individuare) al passato, ma non c’è continuità tra le due storie. È un film che potrebbe tranquillamente esistere da solo. Per fortuna, perché sennò sarebbe stato stucchevole come dei pop corn al caramello immersi nella Nutella. La struttura però è la stessa: iniziano su un campetto (certo, la residenza di LeBron è un posto da ricchi, non certo underground) e terminano con una partita quantomeno fantascientifica.
Ci sono, però, tutti gli elementi per cui può diventare un altro film cult. Ma servirà tempo, non bastano due settimane di sala e qualche critica. Anche perché è scontato che faccia discutere e sia criticato da persone di una certa età: guardandolo ci si trova immersi nell’universo di un 15enne di oggi: i videogame, propensione al “nerdismo”, un mondo definito “serververso” e un cattivo che si chiama AI-G Rythm (“algoritmo” se pronunciato tutto d’un fiato). Insomma: se i miei genitori non ci capissero niente sarei comprensivo con loro. Al tempo stesso la Warner Bros ha colto l’occasione per lasciare un “testamento” delle proprie produzioni, con numerosi intrecci tra LeBron James, i Looney Tunes e altri successi della casa cinematografica statunitense: da Matrix a Harry Potter fino all’ universo DC Comics: Batman, Superman e Wonder Woman.
Purtroppo, per chi oggi ha la mia età, il tempo non aiuta. Troppo piccoli (nel 1996) per godere a pieno di alcuni rimandi ai primi anni Novanta, o precedenti, forse troppo grandi adesso per essere catturati dalla gamification, che a partire dalla versione cartoon di Lebron James, è la vera protagonista di Space Jam: New Legends. E del nostro tempo.
La bacheca di Turnover
• Un allenatore tira un pugno all’arbitro e poi gli propone un risarcimento.
• Jimenez è tornato a far gol dopo la frattura al cranio. Tempo fa per il Corriere della Sera raccontavo il suo inferno.
• Le calciatrici che sfidano il divieto francese di portare l’hijab
• Le teorie complottiste e no vax dei giocatori Nba. “Un piano di Satana”
• Nel basket collegiale adesso anche le donne potranno usare lo slogan “March Madness”. Assurdo che non fosse già così, non lo sapevo
• Il TGV compie 40 anni: la storia del primo treno ad alta velocità d’Europa
• Giorgio Armani cerca un Digital PR Specialist.
• Dazn un Social Media Manager.
• Technogym un Social Media Senior Editor.
• BICICULT un giornalista per la sua rivista di ciclismo.
• Absolute Magazine un giornalista sportivo ma solo in Piemonte.
• 2night, azienda specializzata nel settore dell'entertainment, un redattore a Milano.
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