Ciao,
Io sono Matteo Lignelli e questo è il dodicesimo episodio di Turnover. Anche qui si parla di un grande evento sportivo, ma di casa nostra.
Ci sentiamo tra una settimana.
Buona lettura!
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La nuova Champions League che guarda al Super Bowl
Nei giorni in cui si prepara la festa dello sport americano, il Super Bowl, si parla molto anche dei cambiamenti che subirà quello che invece è l’evento più rilevante per l’Europa: la Champions League. Avrai letto che dal 2024 la competizione cambierà format e sarà molto diversa da come la concepiamo oggi. Provo a fare un po’ di chiarezza.
Tenendo bene a mente una cosa: non è ancora ufficiale. La Uefa presenterà il suo piano martedì 9 febbraio con la speranza che venga poi approvato nel direttivo di aprile.
L’altra domanda a cui dare subito risposta è “Perché cambiare?”. Non può esserci una sola risposta – aumentare le entrate dei club è una di quelle possibili – ma in questo caso sembra che la rivoluzione sia una reazione alla volontà delle big, tra cui la Juventus, di dare vita a una Superlega esclusiva.
Quattro squadre in più e girone unico
In ordine di tempo a svelare il nuovo format della Coppa dei campioni sono stati il Times (a dicembre) e poi la Gazzetta (in settimana). La Uefa avrebbe in mentre di aumentare le squadre da 32 a 36 e abbandonare gli attuali otto gironi per proporne uno unico. Più simile a quello che avviene nell’Eurolega di basket. Come scegliere le quattro new entry? La formula d’accesso deve ancora essere individuata; naturalmente i principali campionati europei puntano ad aumentare le loro rappresentanti (l’Italia, ad esempio, spera di schierarne cinque). Nell’idea di partenza non dovrebbero esserci posti garantiti, se non al vincitore: farà sempre fede il piazzamento in patria. Qualcuno ha scritto il contrario, il fatto è che di definito ancora non c’è niente.
La formula
All’interno di questo mega-raggruppamento i team saranno comunque divisi in fasce (quattro) in base al ranking e ci saranno vari incroci. Alla fine ogni squadra giocherà minimo dieci partite, 17 chi arriva in finale. Questo garantisce un aumento degli introiti visto che si giocheranno 84 gare in più: 209 anziché 125. Le prime otto accedono direttamente agli ottavi, mentre chi si piazza dal nono al 24esimo agli spareggi (con tabellone tennistico),
Effetto Super Bowl
E alla fine sempre di football americano torno a parlare. Quando iniziavano a trapelare alcune anticipazioni sulla Champions del futuro, l’amministratore delegato del Bayern Monaco, Karl-Heinz Rummenigge, ha dichiarato che “la UEFA sta considerando una ‘Settimana del calcio’ come una grande attrazione calcistica, un po’ come il Super Bowl. Suona bene, secondo me”. Che ne pensi?
Qualche commento
Fabio Licari, sulla Gazzetta, giustamente osserva che c’è il rischio di “tante sfide modeste o inutili che potrebbero ridurre il fascino di un torneo insuperabile quando comincia l'eliminazione diretta”. Le leghe europee non sono a favore del cambiamento. Esprimono “forti preoccupazioni per un numero maggiore di partite in un sistema così flessibile in un calendario già molto congestionato" e sul "possibile impatto dal punto di vista commerciale sull'equilibrio sportivo e finanziario dei campionati nazionali”.
La foto della settimana
La desolazione degli stadi in uno scatto. A Rennes cresce una piantina (si lo so che sono erbacce però così è più romantico) dalla fessura di una seduta.
Non spegnere la radio
Parliamo di giornalismo. Rivista Contrasti ha scritto dell’“Onnipotenza delle radio romane”. “Il problema – spiegano - comunque non è degli ascoltatori, ma dei conduttori, giornalisti e professionisti del mestiere, ma prima di tutto tifosi sfegatati, il più delle volte accecati dalla fede per la propria squadra del cuore”. Secondo l’autore, “quello delle radio romane è un potere che aleggia sulla città come lo Spirito Santo, invisibile ma sempre presente. Non porta pace come quest’ultimo, ma guerra, ansia, sfottò costante, derby tutto l’anno, provincialismo gretto e maniacale”. Di questo argomento ricordo soprattutto le parole, demoniache, di Fabio Capello mentre un paio di amici e colleghi di Roma ribattono che la situazione è molto cambiata negli anni e zeppa di luoghi comuni. Se stai leggendo e sei informato sui fatti, perché non mi scrivi secondo te come stanno le cose?
Ancora polemiche sul logo dell’Inter
Stavolta non c’entra il restyling del club – che ho spiegato qui – ma il capodanno cinese. Per due giorni l’Inter ha avuto sui social (ieri, sabato 6, era già stato ripristinato quello originali) il logo che vedi qua sopra, dedicato alla festa in Cina. È stato usato solamente per lanciare la nuova collezione del merchandising che strizza l’occhio a quel mercato. Naturalmente le offese senza senso non sono mancate. Le offese, dico, non le battute. Quelle ci stanno, come quando due anni fa un maialino si aggirava per Appiano Gentile.
Dov’è finito lo sport a Siena?
Me lo sono chiesto anche io, infatti ho scritto un articolo su Il Foglio. Dieci stagioni fa la Mens Sana otteneva il quinto scudetto di fila (saranno sette) e la semifinale di Eurolega; il Siena di Antonio Conte veniva promosso in A con tre turni d’anticipo. E oggi? Puoi leggerlo qui.
Per chiudere, un paio di consigli…
La prossima volta che vai a correre fai come questo ragazzo inglese che ha studiato la strada in modo da godersi, a fine allenamento, la riproduzione di Peter Crouch e la sua famosa mossa del robot. Se ti senti ispirato e vuoi provarci poi ricordati di mandarmi una foto.
A proposito di podcast, invece, sul sito di Tmw Radio si possono recuperare le puntate di “Rising Sun”, un programma di Pietro Pisaneschi, Gianluca Viscogliosi e Iacopo Erba. Va in onda il giovedì alle 10. Un modo non banale di avvicinarsi alle Olimpiadi di Tokyo, per chi vuole saperne di più sull’origine dell’evento e scoprire storie e aneddoti sulle primissime edizioni. Cose “che non troverete su internet” assicurano loro.
Per questo episodio è tutto
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