La serie A che ha perso i suoi campioni non è poi così male
Turnover Newsletter, stagione 1 - ultima puntata
Ciao,
Sono Matteo Lignelli e questa è l'ultima puntata della prima stagione di Turnover Newsletter. Con l'arrivo di settembre, il vero capodanno della vita, inizierà il secondo capitolo della giovane vita di questa newsletter, segnato da una nuova copertina illustrata, pensata e realizzata da Sara Masiani.
Chiudo la stagione con una riflessione che mi frulla in testa da qualche giorno.
Ci sentiamo venerdì. Sì, sarà questo il giorno d'uscita delle nuove puntate.
P.S.: Se ti avanzano 5 minuti, puoi leggere del ritorno in Europa dell'Union Berlino.
La serie A che ha perso i suoi campioni non è poi così male
L’estate povera della serie A ha visto Ronaldo, Hakimi, Lukaku, Donnarumma e De Paul fare le valigie e lasciare l'Italia. Cinque stelle assolute, forse le migliori dello scorso campionato insieme a pochi altri. Solo Don Rodrigo, dell’Udinese, ha raggiunto una meta diversa dalla Premier (Lukaku al Chelsea e Ronaldo allo United) e dal Psg che prima di Leo Messi si era assicurato una tenuta difensiva di ferro col portiere del Milan, il laterale dell’Inter Hakimi e pure Sergio Ramos, dal Real Madrid. Gli unici luoghi del pallone dove ci sono ancora tanti soldi contanti.
Eppure, sarà l'astinenza degli scorsi mesi che si fa sentire, non mancano per niente, questi grandi campioni. La serie A delle prime due giornate è stata bella, forse più di prima. O meglio, ha un fascino diverso, tutto suo. Il fascino che deriva dall'orgoglio e dall'abbandono.
L'Inter ha Barella e nuovi protagonisti. Nelle difficoltà sembra essersi ritrovata, è più operaia e simpatica. Certo tra Lukaku e Cr7 c’è un abisso, ma Romelu, dopo tante promesse non si è fatto scrupoli. E allora anche sulla sua biografia sarà fatto del revisionismo. E' una squadra differente ma altrettanto “squadra” come quella di Conte. Unita, pronta al sacrificio. E allora c’è da farsene una ragione pure della partenza di Hakimi, che ha usato l’Inter e l’Italia come un taxi. Non c’è stato manco il tempo di affezionarsi.
Le fughe di Donnarumma o Ronaldo, in un certo senso, impopolare, le ho viste come delle liberazioni. Telenovele lunghe (soprattutto quella di Gigio) e stucchevoli come "Beautiful" (33 stagioni). Gigio doveva andarsene prima, Cristiano non è mai stato realmente "dentro" la Juventus. Altrimenti non avrebbe fatto questa fine. Concentrato esclusivamente su se stesso era qualcosa di molto simile a un mercenario nel Medioevo. Molto più degli altri insomma. Un corpo perennemente estraneo che non ha fatto assolutamente niente per integrarsi. "Grazzie" ma apposto così.
Insomma un pippone mediamente lungo per assicurare a chi, oggi, crede che abbiamo perso qualcosa, che sarà una grande stagione. Questa nuova serie A mi piace di giù più di prima.
E se ci saranno belle storie le racconterò su Turnover, stavolta ogni venerdì, per tutta la seconda stagione.
Buona lettura